Prove di Enciclopedia Olfattiva
Neologismi per la Parosmia

2021



This experimental project has been conceived and developed only in Italian language
since this is the one in which my feelings and senses have spoken
and the only with which my experience can be translated
Prove di Enciclopedia Olfattiva | Neologismi per la Parosmia
é uno studio, un esperimento linguistico, una prova di onomaturgia.
Per essere più umilmente cauta, un tentativo.


Partiamo dall'inizio :

Nel Dicembre 2020 ho contratto il Covid, qualche mese più tardi mi rendo conto che le cipolle iniziano ad emette un’avariato odore, inusuale. Penso siano marcite così le getto via. Il caso si ripresenta al successivo soffritto e così inizio a fare ricerca su internet per darmi delle risposte.
Non mi sarei mai aspettata di riuscire con successo ad autodiagnosticarmi la Parosmia.


 

La parosmia che é una condizione olfattiva che, come tante altre persone ho “contratto” in seguito al contagio da Covid-19. La parosmia altera e distorce improvvisamente alcuni odori, cosi creando delle false percezioni olfattive : tutto ad un tratto le cipolle procurano disgusto, lo shampoo la nausea, e insorge la paura che anche altri odori siano irreversibilmente compromessi.

Si parla poco di parosmia.

Probabilmente é stato considerato un effetto minore rispetto alle gravi reazioni del contagio o si sperava, ingenuamente, che si trattasse solo di un sintomo temporaneo. Eppure all'oggi, io come altre persone non ne siamo guariti.
Trattandosi dell'alterazione di uno strumento di orientamento, in alcune situazioni la parosmia compromette anche l'odore di una persona cara, argomento a suffragio di quanto l'odore sia un senso essenziale per lo sviluppo delle relazioni.

Coniare nuovi termini per rinnovare il linguaggio laddove questo si fermi nella rappresentazione della realtà e nello stimolo immaginativo é, nella mia opinione, essenziale.

Troppo spesso si delega ad altre lingue il potere rappresentativo delle parole e delle stesse idee.

Speculando sull'assunto che dove manca la parola manca la realtà, la serie di neologismi che troverete ha lo scopo di raccogliere e presentare al mondo delle vulnerabilità sul nostro mutare, porre degli accenti su delle microscopiche fasi del nostro percepire e valorizzare quello che io chiamo "il compimento della soglia", ossia l'atto di accorgersi di quella sorta di sigizia - vera responsabile delle mutazioni, che connette una fase ad un'altra, qualora sia breve e innocua o una fonte di disagio che disorienta e isola.

Il mio lavoro quindi non ha nessuna pretesa scientifica, medica o clinica, e si circoscrive solamente alla condizione insorta in conseguenza al Covid e a nessun altro trauma o patologia.

Ho iniziato a ripercorre memorie e sensazioni personali fin dai primi stadi della parosmia, vorrei sviluppare nuovi termini con coloro che sentono la necessità : é un invito aperto a chi volesse contribuire con me alla compilazione di questo portale del senso attraverso il linguaggio.


Le parole Pelieno e Assulenire non sono strettamente legate alla parosmia ma solo all’olfatto.


RENUPSISMO > SOGLIA RENUPSICA

Sostantivo

Con questa coppia di sostantivi ho pensato di descrivere il momento topico in cui si scopre che la propria percezione di odore é cambiata (soglia renupsica)
e subentra una fase di disorientamento (stato di renupsismo) dovuta alla diversa associazione che intercorre tra l'oggetto/atmosfera/sostanza emanante e l'odore emanato.

Il renupsismo sintetizza uno stato emotivo e percettivo consolidato ma non permanente, conseguente alla mancata corrispondenza dell'identità dell'odore, mentre
la soglia renupsica si distingue per descrivere quel breve momento in cui ci si accorge e si realizza consapevolmente della variazione tonale dell’odore o della sua frequenza, non riuscendo quindi a far corrispondere l'odore con una sensazione o una memoria esperita prima attraverso quel preciso oggetto/ambiente/sostanza.

La soglia renupsica é un momento preciso, temporaneo e liminale (che si distingue dalla "Diadénia") finché non si afferma lo stato di piena consapevolezza dello stato di renupsismo.

Esempio

"Ricordo benissimo quando é subentrata la soglia renupsica, ero a casa e stavo preparando il pranzo, scaldo la padella con l'olio e tutto d'un tratto il soffritto di cipolle emanava un odore terribile, ma non potevano essere marcie perché le avevo appena comprate fresche del mercato..."



FERGENZIA > FERGENTE
Sostantivo e Aggettivo

É un termine a cui ho pensato perché fosse associato direttamente con la condizione di parosmia, e l'ho ideato per indicare la mutazione di odore da piacevole a repellente.

Da gradevole, effimero ed evanescente, l'odore passa ad essere acre, pungente, persistente, in certi casi sopportabile in altri procura insostenibile repulsione.

Nella fergenzia, o nello stato fergente, il fastidio é anche procurato dal fatto che non si riesce in nessun modo a recuperare piacevolezza dall'odore, anche sforzandosi : il ricordo olfattivo non riesce a ritrovare la pista della gradevolezza associata quell'oggetto/sostanza emanante.

Esempio

“Ieri lavandomi i capelli con il mio abituale shampoo mi sono accorta che la schiuma emanava un odore fergente. Ho dovuto risciaquarmi da capo e cambiare prodotto.”




IFRÉSIA  > IFRÉSICO

Sostantivo e aggettivo

Con questi termini ho voluto raccogliere e parlare della paura di non riuscire a guarire dalla condizione di parosmia, del timore di irreversibilità della mutazione sensoriale, il senso di ignoto verso i tempi di guarigione, il sospetto di come la parosmia possa influenzare la vita quotidiana, rapporti intimi e interpersonali, alterare ricordi e corrompere abitudini.

Nell'ifresia si sperimenta un senso di disorientamento prolungato, posteriore al renupsimo, che altera le azioni o le abitudini che, con il sostegno dell'olfatto, si compivano in modo automatico (ad esempio affettare o maneggiare un alimento senza provare disgusto)
e che guidano durante la vita di tutti i giorni.

Il termine si identifica strettamente con l'olfatto, ma può essere esteso anche connotando il timore di non riuscire a lasciarsi guidare in maniera automatica dai propri sensi.

Nel'ifresia inoltre ci si accorge maggiormente della presenza dell'odore mutato, poiché ad esempio quando questo era gradevole, la sua presenza non configgeva nelle nostre abitudini, diventando però dopo motivo di disturbo.

Succede ad esempio con l'odore di un cibo che da stuzzicante, gustoso, che prepara l'appetito passa a staffilante, acre, malevolo (fergenzia) : la presenza di questo odore irrompe nella quotidianità, distrae e crea una sensazione negativa, di fastidio, di paura che questo non torni ad essere più come prima, mentre quando si percepiva il profumo di cibo fresco provenire dalla cucina, questo si manifestava senza che la nostra concentrazione venisse disturbata.

Esempio

“Sto sviluppando una crescente ifresia, forse dovrei confidarmi con qualcuno.”

“Ieri, colta da un impulso paranoico-ifresico, ho annusato a lungo e profondamente i fiori di gelsomino, per essere sicura che il loro profumo non fosse cambiato".





ESSICÒREA / ESSICÒREO

Aggettivo

Questo aggettivo appartiene a una fase che ho vissuto nell’Estate 2021.sei mesi dopo aver contratto il covid.
L'ho pensata per definire un'involontaria accettazione d’abitudine verso il nuovo odore.

Nello stato essicòreo si é conspevoli della differenza rispetto al rapporto con l'odore autentico (e che la condizione stia permanendo) ma il senso di fastidio dovuto all'odore nuovo e alla condizione di conflitto procura meno stress.

Può essere considerata come una fase conseguente o discendente (magari anche precedente in certi casi, dipende da quanto ci si agita) rispetto all'ifresia.

Il termine descrive una pacifica convivenza con la nuova condizione olfattiva, seppur sottenda una tensione liminale di incertezza che non sa ancora distinguere se l'accettazione sia dovuta all'organo olfattivo che sta piano piano avviando il processo di guarigione (e quindi lo stato di rilassamento affida le sue speranze alla collaborazione fisiologica) oppure se sia da attribuire ad una complicità data dallo stato mentale che vuole proteggere se stesso dallo stress procurato dall'ifresia.

Esempio

“Dopo un momento di paura e forte angoscia, direi che ora sto prendendo essicòreamente la mia situazione”.

“Posso dire di avere una mia filosofia essicòrea della vita, non mi piace stressarmi inutilmente”.


 


AMMUSINARE

Verbo

Un'altro termine utile per poter testimoniare e in un certo senso "celebrare" l'ingegno umano mentre crea nuove abitudini o scopre nuove tentazioni che nascono da casi eccezionali.

Ammusinare é un verbo che indica una regolare abitudine o impulsiva necessità di mettere alla prova l'olfatto per testare se il processo di guarigione, affermazione o regressione della parosmia sia in atto.

La differenza con il termine Assulenire, é che nell’atto di ammusinare si vuole cercare di ripristinare la corrispondenza con un particolare odore ma senza necessariamente caricarlo di emotività, sensazioni profonde legate a ricordi preziosi.

Esempio

“Non trovo nessun consiglio su come ripristinare il mio olfatto allo stato precedente, perciò quello che faccio é ammusinare tutto il giorno : frutti, fiori, oggetti, l'atmosfera.”



DIÀDENIA > DIÀDENICO

Sostantivo e Aggettivo

Questo é un termine che dedico per la fase incipiente della parosmia, i primi indizi, i primi sospetti, i primi inganni sensoriali.

Si usano per descrivere uno stato liminale in cui non é ancora chiaro e comprensibile se siano le sostanze ad emettere un odore diverso (perché pensiamo siano marce, avariate, alterate o difettose e per questo responsabili per l'emissione di quell'odore) oppure é una condizione da imputare ai nostri recettori olfattivi.

La diadenia può avvenire ripetutamente finché non si conferma e si consolida la certezza che é il nostro olfatto ad essere mutato e ingannato nella sua abituale funzione orientativa (in questo caso altrimenti si passa allo stato di Renupsismo).

Esempio

“Ho vagato diàdenica parecchie volte, finché ho capito che non erano i peperoni ad essere avariati, ma il mio naso!”





PELIENO

Aggettivo

Aggettivo utilizzabile per un odore a cui ancora non si riescono ad attribuire qualità positive o negative, piacevoli o repellenti, a cui di conseguenza non si riesce ad associare nessun preciso ricordo o esperienza pregressa.

La proprietà peliena é necessariamente liminale, ossia di pertinenza del livello della soglia, e per questa sua caratteristica permette di godere di una temporanea sospensione di giudizio.
E' un termine che può essere esteso al di fuori della cerchia di competenza olfattiva, può essere pelieno, un sapore, un suono. 


Esempio

“Ogni tanto mi faccio un giro in profumeria e mi fanno provare dei tester, così da scoprire delle aulenze peliene. Aspetto sempre qualche minuto prima di coglierne la piena fragranza sulla pelle”

“Quando mi hai fatto assaggiare per la prima volta quella pietanza in casa tua, mi é parsa peliena, era la prima volta che assaggiavo il rabarbaro Cinese”

“Björk é quel genere di artista che mi fa scoprire sonorità peliene, ho bisogno sempre di qualche tempo per capire se le sue canzoni mi piacciono oppure no”






ASSULENIRE >  ASSULENEZZA

Verbo e Sostantivo


Declinazione di termini che descrivono la serie di gesti e processi mentali atti ad arrestare l'evanescenza del ricordo olfattivo legato a un'esperienza o a una persona cara.

Assulenire é l'atto che si compie ad esempio nel cercare sulla propria pelle o sui vestiti la fragranza residua della persona amata, oppure la capacità di rievocare in modo virtuale* il confortante profumo di oggetti/atmosfere legate a memorie preziose, come quelle d’infanzia o raccolte durante un viaggio.

Il verbo si può utilizzare anche per descrivere il momento in cui si va alla ricerca di determinati profumi e odori, per testare se essi corrispondano a quelli legati al ricordo che si desidera far raffiorare (come nell’esempio 2 in basso).

Nella condizione di assulenezza si vivono,
in modo consapevole o inconsapevole, due stati, che possono essere esperiti in modo separato o simultaneo.
Il primo é il timore di dimenticare l'odore e il potere emotivo del ricordo in esso contenuto, che ci lega al soggetto del nostro desiderio o della nostra nostalgia.
II secondo é l'eccitante sensazione anticipatrice di poter ritrovare e rivivere ancora una volta - l'emozione e l'odore stesso, poiché é solo attraverso quella traccia olfattiva che la nostra memoria emotiva richiama e sprigiona l’effettiva potenza del momento vissuto.

La differenza con il termine Ammusinare é che nell’atto di assulenire si vuole ripristinare la corrispondenza con un particolare odore caricandolo di emotività, sensazioni profonde legate a cari ricordi.

Esempio

1. “Dopo esserci salutati alla stazione, ho continuato a cullarmi in un profondo stato di assulenezza per giorni e giorni, avrei voluto conservare un suo fazzoletto per potermi immergere nel suo profumo ogni volta che ne sentivo la mancanza.”

2. “Ho assulenito per tutto il negozio di profumi, volevo ritrovare la fragranza che era solita usare mia nonna anni addietro”.

*rievocando con la mente o con diversi tentativi tecnici, come nell’esempio 2.




Etimologia dei termini?
Nessuno dei termini può godere di una vera e propria ricostruzione etimologica
sono parole che ho estratto e ricombinato, attingendo da una sorta di dadaismo intuitivo o Sprachgefühl creativo, prediligendo il piacere di certi foni quando vengono emessi. 

Ad esempio Fergenzia voleva soddisfare la ricerca di una personalità tagliente del termine
ma ha tratto ispirazione dall'eleganza di "Nescienza".


In Assulenire siconiuga la piacevolezza fonetica e semantica di assenza, lenire, assuefare o assopire, come lo stato
ipnotico in cui ci si culla quando si ritrova la fragranza mancata e si sprofonda nei ricordi.





Ringrazio Luigi Gorlero per il Font Open Source Ribes

ᵔᴥᵔ


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